La prima polizza D&O del quale si abbia memoria, risale ai tempi della grande depressione negli Stati Uniti, come risposta ad una serie di interventi del legislatore, volti a salvaguardare il corretto svolgimento del mercato azionario.
Il “Us Securities Act” del 1933 e il successivo “Exchange Act” del 1934 imponevano obblighi di disclosure per le aziende che si quotavano in borsa e la responsabilità civile per la non correttezza delle informazioni pubblicate.
Llyod’s di Londra introdusse la Personal Finance Protection Insurance, ma non riscosse tanto successo perché ai tempi non c’era una corretta e consapevole percezione dei rischi connaturati alla gestione d’impresa.
Le aziende quotate, invece, facevano sempre più ricorso a questo tipo di tutela; le richieste di risarcimento da parte degli azionisti nei confronti del management per una corretta gestione diedero grande impulso alla domanda di polizze per la protezione del patrimonio personale degli amministratori.
Tali polizze, verso la fine degli anni ’60 furono protagoniste di un vero e proprio boom presso il mercato statunitense (tante altre compagnie si aggiunsero ai Llyod’s).
Dietro a questo sistema di protezione c’è la soluzione all’esigenza di tanti imprenditori, nauseati dalla mancanza di competenze specifiche da parte degli assicuratori generalisti.
Gli anni ’90
Fino alla prima metà degli anni ’90 l’impostazione della polizza D&O rimase pressoché inalterata: venivano offerte due coperture, chiamate «GARANZIA A» e «GARANZIA B».
La «GARANZIA A» tutelava in maniera diretta il management per le perdite, incluse le spese legali; la «GARANZIA B» invece, da inserire nella polizza tramite apposita clausola, rimborsava l’azienda stessa di quanto fosse tenuta a pagare per gli errori commessi dai suoi amministratori.
Sul finire degli anni ’80, il “fatturato” della polizza D&O aveva largamente superato il miliardo di dollari, ma l’andamento dei sinistri era disastroso.
Il crollo della borsa del 1987 e il fallimento nello stesso periodo di banche e società petrolifere portarono le compagnie a smettere di assicurare questi rischi.
Erano gli anni dei cosiddetti “Giant Settlements”, risarcimenti che, favoriti anche dagli istituti della “Class Actions” e dei “Punitive and Exemplary Damages”, raggiungevano cifre da capogiro:
- Drexel Burnham Lambert: 1,30 miliardi
- Cendant: 2,83 miliardi
- Volkswagen: 1,10 miliardi
- Towers Financial: 576 milioni
- Six Flags: 454 milioni
- Marriott: 400 milioni
- Waste Management: 220 milioni
- Rite Aid: 200 milioni
- IKON Systems: 111 milioni
- Aetna: 83 milioni
- Sotheby’s: 70 milioni
- Westinghouse: 67 milioni
E senza citare il caso Enron.
Si parla di oltre 300 nuove azioni promosse ogni anno per inadempienze commesse dagli amministratori di società; i risarcimenti medi sono di 13 milioni.
Nessun settore era immune alle richieste di indennizzo. Infatti, la stragrande maggioranza delle richieste di risarcimento proveniva dagli azionisti.
La polizza D&O (made in US) è un bagno di sangue
Nonostante l’ammontare complessivo dei premi raccolti per la polizza D&O fosse elevato, per ogni 100 milioni di $ di premi incassati, le compagnie tiravano fuori 150-160 milioni di $ per i sinistri. Alcune compagnie smisero di assicurare questi rischi.
Dopo alcuni anni, però, tornarono ad assumere nuovamente i rischi, ma a fronte di forti aumenti dei premi assicurativi e con una riduzione delle garanzie prestate.
Nonostante questo, ancora oggi, il valore medio delle richieste di risarcimento D&O negli Stati Uniti si aggira intorno ai 5 milioni di $ e le spese legali ad esse relative incidono tra il 20% ed il 50% dell’ammontare del risarcimento. Questo spiega perché tale polizza è molto diffusa negli Stati Uniti.
Diffusione polizza D&O in Europa
Negli anni ’70, circa quarant’anni dopo il suo avvento negli Stati Uniti, la polizza per la responsabilità civile degli amministratori si diffonde anche in Europa.
Il picco di richieste di risarcimento anche qui è all’alba del 2000. Tuttavia, gli importi dei più grandi sinistri denunciati in Europa non sono paragonabili ai “Giant Settlements” d’oltre oceano.
I casi più eclatanti, infatti, hanno raggiunto al massimo un centinaio di milioni di $:
- Deutsche Telecom: 120 milioni (Germania 2004)
- Otto gmbh: 104 milioni (Germania 2005)
- Royal Dutch Petroleum/Shell: 90 milioni (Olanda 2005)
- Elan corporation: 75 milioni (Irlanda 2005)
- Skillsoft: 32 milioni (Uk 2004)
- CBT group: 32 milioni (Uk 2004)
- ACLN plc: 27,6 milioni (Belgio 2004)
- Vivendi universal: 26 milioni (Francia 2003)
Gli importi dei risarcimenti in Europa sono assai inferiori rispetto agli Usa per le seguenti ragioni:
- Ricorso alle class action menomato (meccanismo opt-in anziché opt-out)
- Danni punitivi non riconosciuti
- Minor numero di grandi società quotate sui mercati azionati
- L’ammontare delle parcelle riconosciute agli avvocati non sembra ancora stimolare la promozione di azioni giudiziarie così come avviene negli Stati Uniti
Diffusione polizza D&O in Italia
In Italia la prima polizza D&O si diffuse solo negli anni ’80 e all’inizio si dubitò della loro liceità, ipotizzando che le stesse contrastassero con la funzione deterrente della responsabilità civile dell’amministratore.
Solo dopo la riforma del diritto societario (c.d. riforma Vietti anno 2003) la copertura iniziò a essere richiesta.
I casi più interessanti che si sono verificati nel nostro paese sono:
- Giacomelli
- Arquati
- La Veggia
- Stayer
- Cto
- Finmatica
- Freedomland
- Cirio
- Parmalat
- Vemer/Siber
- Cerruti/Finpart
Nonostante questi casi, la penetrazione nel mercato della polizza D&O è ancora molto bassa (con l’eccezione delle società quotate in borsa, dove il 90% possiede già una copertura assicurativa). Il fatturato derivante dalla polizza D&O nel 2014 è stato di € 240 mln.
I recenti interventi legislativi (v. nuovo codice della crisi d’impresa), hanno aumentato la consapevolezza sulle responsabilità personali e patrimoniali del quale è chiamato a rispondere l’amministratore.
Questo, a parere di chi scrive, contribuirà a dare grande impulso alla diffusione delle polizze D&O anche in Italia.
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Alla tua protezione,