In questo articolo risponderemo ad alcuni interrogativi che si stanno ponendo gli imprenditori dopo l’entrata in vigore del nuovo codice della crisi d’impresa.
- Perché ho la possibilità di vedermi aggredito il patrimonio personale?
- Di cosa rispondo come amministratore?
L’amministratore di una società di capitali (S.r.l. o S.p.a.), qualunque dimensione essa abbia, ha notevoli responsabilità personali per via dei doveri derivanti dalla sua posizione.
Se da amministratore vieni accusato del mancato rispetto di tali doveri, verranno avanzate contro di te azioni legali con conseguenze “devastanti” anche nel caso in cui tu risultassi innocente.
Un comune fraintendimento, che non mi stanco di ripetere vista la scarsa consapevolezza è che gli amministratori di una società abbiano responsabilità limitate: non è così.
Al contrario, sei illimitatamente responsabile.
Cosa vuol dire? Che in caso di colposa inosservanza dei doveri degli obblighi imposti dalla legge, sei chiamato a rispondere con il patrimonio personale.
Non sto dicendo che domani mattina ti pignoreranno la casa. Ma il rischio esiste (al contrario di quello che pensavi fino ad adesso).
D&O: Casi di azioni di responsabilità verso gli Amministratori
Diligenza e Perizia
Nell’adempimento dei doveri imposti dalla legge o dallo statuto, gli amministratori devono usare la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico: il che non significa che gli amministratori debbano necessariamente essere periti in contabilità, in materia finanziaria, e in ogni settore della gestione e dell’amministrazione dell’impresa sociale, ma significa che le loro scelte devono essere informate e meditate, basate sulle rispettive conoscenze e frutto di un rischio calcolato, e non di irresponsabile o negligente improvvisazione.
[Art. 2392 CC]
Il DOVERE DI VIGILANZA e di intervento: una specificazione del concetto di diligenza
“Gli amministratori sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminare o attenuare le conseguenze dannose.”
[Art. 2392 CC]
“Fallimento Si. S.p.A.: il tribunale ha ravvisato la responsabilità di due sindaci, di cui uno presidente, per fatti di mala gestio e li condannava al risarcimento dei danni, nella misura del 14% del danno complessivo arrecato alla società dalla condotta dei convenuti e di altri amministratori e sindaci.
Il Tribunale ravvisava la responsabilità dei sindaci e degli amministratori per omissione dell’attività di controllo e sostitutiva rispetto agli obblighi di legge a fronte della riduzione per perdite del capitale sociale oltre il terzo, in particolare per la mancata messa in liquidazione della società.
Attenzione:
“La Corte di Cassazione ha affermato che alla violazione dell’obbligo di vigilanza gravante sull’organo amministrativo dell’ente, consegue la responsabilità solidale di tutti i componenti del consiglio di amministrazione anche se non titolari di poteri individuali”.
“La circostanza che alcuni membri del consiglio di amministrazione lascino la gestione della società nelle mani di un solo consigliere, non vale ad esonerare gli altri, costituendo anzi la prova lampante della violazione dell’obbligo di vigilanza ed intervento.”
Dimissioni
“L’obbligo di intervento comporta che l’amministratore non può sottrarsi alle sue responsabilità semplicemente dando le dimissioni.
Cosicché quando questi si avveda di gravi irregolarità nella gestione o, addirittura sappia di una situazione di dissesto, per non incorrere in responsabilità, dovrà adottare tutte le misure necessarie, fino, ove la situazione lo richieda, a presentare domanda di fallimento.”
[Cassazione]
Ecco perché cadono 3 “miti” che gli amministratori spesso “creavano” a loro discolpa:
- È l’azienda che risponde del nostro operato.
NON È VERO! In moltissimi casi l’amministratore risponde personalmente del danno arrecato. - Siamo una piccola azienda.
LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI! - Essendo un amministratore di una Società di diritto privato non possono toccare il mio patrimonio personale.
NON È VERO! Gli amministratori sono illimitatamente responsabili e ne rispondono col proprio patrimonio personale.
Se non cominci a pensare a delle misure di trasferimento di questo rischio fai correre al tuo patrimonio personale molti più rischi di quelli che immagini.
La polizza D&O
Esiste una specifica polizza, chiamata D&O, che stipulata dall’azienda opera a favore di amministratori e componenti del Cda, tenendoli indenni dalle perdite pecuniarie derivanti dalla colposa inosservanza degli obblighi imposti dalla legge, tutelandone il patrimonio personale.
Quanti assicuratori ti hanno parlato fino ad oggi di questa copertura? Se nessuno l’ha fatto, stai cominciando ad interrogarti sul perché?
Per quale motivo la tua società dovrebbe acquistare una polizza “D&O”?
- Le responsabilità personali degli amministratori sono illimitate e nello svolgere i tuoi compiti quotidiani sei esposto personalmente ad azioni legali, investigazioni e procedimenti penali.
Senza polizza D&O, un amministratore può essere costretto ad indebitarsi solo per riuscire a pagare i costi di difesa legali, tipicamente da sostenere per un lungo periodo di tempo. - Gli amministratori così come i componenti del Cda sono tra loro solidalmente responsabili: da ciò ne deriva che l’atto illecito di uno può avere conseguenze rilevanti sugli altri (anche se questi ultimi avevano agito correttamente).
- Esiste un crescente numero di organismi governativi (Gdf, Asl, Agenzia delle entrate) che può indagare sulle società e vi è una crescente attenzione verso le società di più piccole dimensioni.
Anche quando non esistono inizialmente accuse verso un amministratore, poter disporre prontamente di un legale durante tali investigazioni può essere utile per uscirne nel migliore dei modi.
Se la materia trattata ti ha lasciato ancora qualche dubbio, lascia un commento con la tua richiesta specifica.
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