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Rischi in azienda: “Eva, mangia la mela, cosa vuoi che succeda?”

Il futuro è incerto per definizione e sa essere persino beffardo con chi se lo merita. Gestire i rischi in azienda dovrebbe essere la regola e non l’eccezione.

 Solitamente a pagarne le spese sono:

  • I superficiali
  • I presuntuosi
  • I saccenti

La prima dimostrazione risale addirittura alla creazione. Sembra, pur non essendoci prove, che il serpente abbia sfruttato la superficialità di Eva più che la proverbiale persuasione.

“Eddai, Eva, mangia la mela, cosa vuoi che succeda?”

LE ULTIME PAROLE FAMOSE (NELLA STORIA, OGNI GIORNO)

Cercando nella storia, di altri esempi ce ne sono a iosa. Uno su tutti è tratto dal diario personale del Re Sole.

14 luglio 1789, Oggi niente di nuovo  

scrisse sul diario LUIGI XVI

Ma ce ne sono tanti altri, tantissimi. 3 su tutti mi hanno colpito e li voglio condividere con te: 

1) È una grande invenzione, ma chi potrebbe averne bisogno?

Disse Rutherford B. Hayes, presidente degli Stati Uniti alla dimostrazione di Alexander Bell sull’uso del telefono nel 1877 

2) Internet… ben presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà in maniera catastrofica

Disse Robert Metcalfe, fondatore di 3Com, inventore dello standard Ethernet per le reti informatiche locali. Nel 1997 si rimangiò letteralmente le parole, dopo aver frullato in diretta un foglio con la sciagurata previsione.

3) Ma chi vorrebbe mai guardare le immagini su uno schermo? 

Sembra abbiano detto i vertici Kodak, quando un giovane ingegnere dell’azienda, Steven Sasson creò il sistema (per la fotocamera digitale) usato ancora oggi.

RISCHI IN AZIENDA: OGNI TANTO È IL FATO, OGNI TANTO È SFIGA. QUASI SEMPRE È IL FUTURO

La storia purtroppo insegna che alle volte battersi non serve a far cambiare gli eventi, imprevedibili, pensiamo alle calamità ed altre tragedie; nella maggior parte dei casi invece è proprio il futuro.

La capacità di gestire i rischi in azienda (sapere con certezza non è possibile) e cercare di adattarsi, premunirsi, assicurarsi. Non è un concetto difficile ma anche dopo millenni fatica ad essere accettato.

All’indomani di un terremoto, difficilmente prevedibile a quanto dicono(?), pensiamo all’ultimo tragico evento di Genova, lasciamo tutti i panni da CT della Nazionale di calcio per diventare improvvisamente esperti di ingegneria e sicurezza. 

Ma come diavolo si fa a non pensarci!!! è il grido comune.

Altre volte, meno clamorose ma più ricorrenti, cadiamo – come si suol dire – dal PERO. Mi riferisco a cose molto semplici.

  • Rimanere fuori di casa perché non si è fatto un doppione delle chiavi
  • Subire un furto in azienda e pensare solo dopo ad installare un impianto d’allarme

Ecco in tutti questi casi, ci piace sciorinare tutti gli alibi, le scusanti e le teorie per cui un evento era imprevedibile e poco probabile anche se non lo era affatto.

Una delle più ricorrenti è:

  • “Non era mai successo prima fino ad oggi!”
  • “Non me lo sarei mai aspettato!”

Altre volte invece iniziamo a ragionare sulla pochezza umana, sul fatto che la vita sia determinata da fortuna e sfortuna e possiamo farci poco. Si sfiora il ridicolo senza accorgersene. Si rovescia il mondo più che ammettere che il colpevole siamo noi e non loro.

ASSICURAZIONE, FUTURO E PREGIUDIZI

Tornando alla vita quotidiana avverto la stessa contraddizione parlando ogni giorno con le persone. Le parole che sembrano associare ad un’assicurazione azienda sono ancora estremamente negative.

In molti vi è ancora la convinzioni che assicurarsi l’azienda sia roba da fessi o porti sfiga. Ed io continuo con la mia storia della serenità, che è meglio avere un piano B, che non succede ma se succede… è sempre meglio cadere in piedi.

Altrimenti domani potrebbero essere nostre le ultime parole famose, come quelle del serpente: “Eddai, Eva, mangia la mela, cosa vuoi che succeda?”

Se la materia trattata ti ha lasciato ancora qualche dubbio, lascia un commento con la tua richiesta specifica.

Alla tua protezione,

Mario Cianci

Se hai perso alcuni tratti della mia storia, dà un’occhiata qui:

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