Cosa si intende per polizza D&O? In questo articolo vediamo qual è il significato dell’abbreviazione anglosassone che dà il nome alla polizza D&O.
Dall’ambito civile a quello penale, dalle conseguenze di un’accusa di mala gestio ai rischi legati al danno ambientale, sono sempre più numerosi gli ambiti in cui è indispensabile mettere un ombrello sull’attività dei dirigenti e degli amministratori.
La polizza ormai conosciuta come D&O deriva appunto dall’inglese “Director and Officier”, figure che nel sistema di amministrazione americano ed anglosassone rappresentano per analogia i nostri amministratori e dirigenti.
Chi sono i soggetti che beneficiano della polizza D&O?
Le figure aziendali che trovandosi in una posizione di comando e/o di controllo, sono ritenute responsabili per le scelte che intraprendono. Un credo comune è che gli amministratori di una S.r.l. abbiano responsabilità limitate, ma non è così dato che, essi, sono illimitatamente responsabili e rispondono con il proprio patrimonio.
Cosa ha cambiato il nuovo codice della crisi d’impresa?
L’alba dei cambiamenti si è avuta con la riforma del diritto societario, targata anno 2003. Prima di tale data era sufficiente operare con la diligenza del mandatario, ovvero del padre di famiglia. Post-riforma, invece, è richiesta una diligenza specifica in base all’attività svolta; quindi, una competenza reale e proattiva sulle decisioni prese.
Ad aggravare il contesto è arrivato nel 2019 il nuovo codice della crisi d’impresa. Dispone che gli amministratori rispondano verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale.
L’azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti. In pratica, in caso di default, i creditori potranno chiedere il sequestro del patrimonio degli amministratori.
Fino al 15 marzo 2019, invece, l’azione poteva essere proposta solo dalle società (evento piuttosto raro).
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